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WhatsBuzz - Tra un despacito, un Zuckerberg e un preservativo sniffato...


Despacito, svanito e ricomparito

Vi ricordate quest'estate quando la radio -qualsiasi stazione che fosse impostata da voi volontariamente, random o Radio Maria- passava una volta sì e l'altra pure un brano che faceva "Despacito...nanananana Despacito"? O quando il vicino aveva una playlist Spotify con 30 tracce corrispondenti a 30 versioni diverse e tutte uguali della già citata canzone? O ancora, quando stavate camminando per strada tranquilli e boom, magicamente le vostre orecchie sentivano tale dolce melodia?

Sì, sono sicura che lo ricordate abbastanza bene. La prima volta è divertente, la seconda pure, la terza ma anche sì, la sesta inizia a venirti il tic all'occhio destro. Dopo la 243esima, ha leggermente macinato il macinabile. Ecco, proprio per questa ragione l'implosione della suddetta radio e/o qualsiasi altro dispositivo atto ad emettere quel suono era stato l'ardito desiderio di molti.

Ebbene lo scorso 10 Aprile "Despacito" è scomparso. O almeno il suo video, da Youtube.

Complotto? Qualcosa del genere...

Sta di fatto che il buon Luis Fonsi ha visto svanire nell'etere le sue 5.026.154.252 visualizzazioni in un batitto di ciglia -per la gioia di PSY e del suo Gnam Gnam Style- per mano di tali Prosox e Kuroi’sh, due hacker che non hanno dovuto far altro che inserire un semplicissimo script. Il video è stato opportunamente sostituito con una scena della serie tv spagnola in voga su Netflix "La Casa di Carta" e la scritta "Hacked- Free Palestina".

Il povero Fonsi non è stato l'unico colpito dall'attacco: insieme al suo video, hackerati anche "Chantaje" di Shakira, "Wolves" di Selena Gomez e "Hotline Bling" di Drake, tra gli altri.

Niente paura, tutto bene quel che finisce bene. In pochissime ore i maghi di Youtube hanno sfoderato le loro bacchette miracolose riuscendo a ripristinare il video originale, con tutte le sue mille mila di mila di visualizzazione.

Peccato, ci avevamo quasi creduto...

Mark Zuckerberg vs Congresso e Senato Americano: i best meme

Avrei voluto vedere voi seduti per un lasso di tempo tendente ad infinito al cospetto di un semicerchio in legno pregiato di uomini brizzolati, incravattati, dalla attestata importanza e dalla saggezza trasudante da ogni singola ruga, e con davanti un cartellino con su il nome di uno stato americano. Sì avrei voluto vedere proprio voi che vi nascondevate dietro la schiena dello sfigatino davanti a voi alla ricerca di qualcosa di astratto e sicuramente non esistente in questo mondo nei meandri del vostro zaino quando la professoressa del liceo buttava gli occhi sull'appello e si chiedeva chi interrogare.

Quindi, basta prendere per il culo il povero (si fa per dire) Mark Zuckerberg.

In fin dei conti l'ha ammesso anche lui "Ok, è stato un mio errore. Sistemerò tutto. E poi sono anche io vittima di Cambridge Analytica". D'altronde cos'altro poteva dire?

Ma la mano lesta del web non perdona e via giù con meme su meme sul Markone Internazionale...

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"Condom Snorting Challenge" che?

"Ma esattamente, che problemi avete?". Ammettiamolo, la frase che avete appena letto è una di quelle che più e più volte si è magicamente palesata nella nostra mente al cospetto di diversi contenuti che popolano l'Internet, e -senza troppo stupore- si palesa veramente spesso. Personalmente, l'ultima volta che le tre paroline hanno fatto capolino nella mia testa è stato qualche giorno fa, quando ho letto per la prima volta "Condom Snorting Challenge". Che diavoleria è questa?

Banalmente: ragazzi che si infilano un preservativo in una narice e che puntalmente lo tirano fuori dalla bocca. Dementemente originale. I media hanno inneggiato al trend, paragonando la cosa a robe tipo il selfie ad altezza pericolosa, il salto dal binario poco prima del passaggio del treno, i preservativi pieni d'acqua da spiaccicarsi in testa e l'ultima genialata dell'ingoiare capsule di detersivo. Tutto molto emozionante (?).

Tuttavia, nonostante la recente vagonata di articoli sul "fenomeno del momento", pare che tanto "del momento" la cosa non sia, ma che invece abbia origini ben più antiche. Qualcuno dice 2013, altri 2006, alcuni azzardano addirittura il 1993 quando un misterioso articolo scientifico ne parlò. Secondo i più attenti, la cosa sarebbe stata attentamente monitorata e portata alla luce solo per click e/o per riportare in auge la sfida dello scorso gennaio delle capsule. Qualsiasi sia la verità è dato certo e appurato la presenza di un numero consistente di video su Youtube di ragazzi che sniffano preservativi cosa che -indipendentemente da quando è successo veramente- mi porta a pensare prima "Che schifo", poi "Ma esattamente, che problemi hanno?".


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