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WhatsBuzz - Diamo un pugno al Blue Screen che comunque Facebook fattura...

Aggiornamento: 20 feb 2020


Papa Francesco e il pathos: i best 10 meme

Ormai l'abbiamo capito da tempo e, ammettiamolo, ci abbiamo anche fatto l'abitudine: la fauna dell'Internet non risparmia nessuno, ma proprio nessuno, neanche il Papa.

Al buon Francesco è bastata una semplice espressione stracolma di pathos, durante l'Udienza Generale dello scorso 18 Aprile, per innescare la miccia della creatività delle bestie del web, tra simpatia e un briciolo di blasfemia...

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Quando si finisce per celebrare l'anniversario di una figura di merda: Microsoft e il 20 aprile 1998

Quando fate una figura di merda, iniziate a percuotere il vostro ego e a strappare i capelli alla vostra autostima, ricordatevi che nel bene o nel male c'è storicamente qualcuno che ha fatto una figura di merda più grossa della vostra.

Tipo la Microsoft.

Contestualizziamo.

Siamo negli Stati Uniti d'America, a Chicago, durante una confortevole giornata primaverile di 20 anni fa, esattamente il 20 Aprile del 1998. Quel giorno era un grande giorno per la famosa azienda d'informatica: Bill Gates e Chris Capossela (attuale CMO) avrebbero presentato davanti alla folla del Comdex in anteprima assoluta Windows 98, l'ultimo supermegaultragalatticomitico sistema operativo che, tra le tante innovative e rivoluzionarie caratteristiche, si avvaleva anche della originalissima tecnologia plug and play, ossia, in soldoni, metti una periferica in un buco nel pc e vedrai che funzionerà.

"Vedrai che funzionerà"... e invece no. Davanti agli occhi di tutti spuntò il tanto temuto Blue Screen of Death: "A fatal exception has occurred...".

No bene. No buono.

"Questa è la ragione per cui non stiamo ancora dando in giro Windows 98" fu il commento di Gates. Cosa ci insegna questa storia? Nulla che non sapevamo già, ossia che una figura di merda è sempre e comunque una figura di merda.

"Cambridge Analytica ucciderà Facebook": ti prego, dimmi di più...

La notizia, le bocche aperte, lo scandalo: "Facebook controlla le nostre menti! E' il caso di cancellare definitivamente i nostri profili!" Uhm, ok.

Dopo lo scandalo di "Cambridge Analytica" il sentore comune era quello di un tracollo irreparabile di Facebook, l'inizio della fine come dicono i fatalisti. Eppure, a quanto pare, il faccino robotico e leggermente inquietante di Mark Zuckerberg davanti al Congresso e al Senato degli Stati Uniti, le sue parole e le sue risposte hanno convinto -più o meno- tutti. O senza più o meno.

Già perchè gli ultimi dati parlano chiaro: nel primo trimestre del 2018 si sono registrati ricavi per il 49% in più rispetto al dato 2017, per una modica cifretta di 11,97 miliardi di dollari totali, superando persino le attese del mercato fissate per 11,41 miliardi di dollari. Della cifra totale 11,8 miliardi di dollari sono ricavi diretti dalla pubblicità. Sul lato utili, gli adjusted contano 1,69 dollari ad azione, ossia +63% rispetto all'anno precedente, anche qui superando il dato consensus definito a 1,35%. Il dato unico sugli utili sbandiera un 4,99 miliardi di dollari che schiaffeggiano i 3,069 del 2017.

A seguire, l'andamento del titolo che -alla faccia di chi vuole male al caro Mark- ieri ha registrato un modico +9,06% su Wall Street.

Dulcis in fundo, tanto per non farci mancare niente, gli utenti: ad oggi se ne contano 2,2 miliardi +13% dal dato precedente.

Quindi, giusto per capirci, chi si è cancellato da Facebook?


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